Comunque, alcuni ritardisti hanno fatto pagine web con tabelle e grafici fatte analizzando i dati storici. Queste tabelle ecc. dimostrano una distribuzione geometrica quasi perfetta (sintomo dell'indipendenza) ma il RDT dice "e questo dimostra che i ritardi funzionano". Chiaramente, contano sul fatto che le loro potenziali vittime non sanno cosa i grafici dovrebbero rappresentare - il grafico è usato come un incantesimo. Allora il ritardista crede di farla franca dicendo, in effetti, "Ecco un elenco di numeri dispari: 2, 4, 10, 20, 28."
Mi sembra che il modo migliore per sputtanare i ritardisti sia mostrare che nemmeno con i dati storici c'è evidenza di funzionamento dei ritardi. (Dopo tutto, qualcuno potrebbe dire che il modello usato nelle simulazioni al computer è sbagliato.)
Cominciamo a sputtanare:
Una tabella di tutte le estrazioni del lotto si può trovare sulla
pagina web di
Emanuele
Cesena.
Passare un solo file per tar
è inutile - non so perchè Emanuele l'ha
fatto. Comunque, i file devono essere estratti con gzip
e
tar
.
Poi separiamo i file in 10 file diversi, uno per ogni ruota del lotto,
usando questo programma perl. Il
comando da usare è perl read_standard_history std1871-1998.lot
std1999.lot
Per vedere empiricamente se la probabilità di uscita di un numero dipende dal suo
ritardo, usiamo quest'altro programma
perl. Io lo chiamo con
perl city_to_table BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA >table
Ed ecco i risultati. Le colonne sono il ritardo, il numero di volte che è successo, il numero di volte che il numero è uscito alla prossima estrazione, il rapporto successi/volte, e Z. Z è (sucessi/prove - 1/18) / sqrt(17/(volte*18^2)), e misura la differenza fra i risultati sperimentali e quelli previsti dalla teoria normale della probabilità. Se avessero ragione i ritardisti, i valori di Z sarebbero abbastanza grandi. Non lo sono. Quindi, i ritardisti raccontano balle.